Ville e monumenti lungo il Cammino – introduzione
Il Fogazzaro rivela una spiccata sensibilità verso il paesaggio e con i suoi romanzi offre l’opportunità di scoprire le bellezze del territorio che dovrebbero sempre essere tutelate e valorizzate. Egli stesso, tramite il personaggio di Carlino Dessalle, in Piccolo mondo moderno, si dimostra tremendamente attuale quando esprime un giudizio severo sull’incapacità degli enti preposti alla conservazione di un sito artistico pregevole, qual è l’abbazia di Praglia:
[…] il Governo con la sua Giunta superiore di Belle Arti, con i suoi elenchi di monumenti nazionali, con le sue Commissioni conservatrici di niente e rompitrici all’infinito, con le sue cateratte di retorica ministeriale, lasciava marcire e perire un gioiello simile […]
Tante sono le motivazioni per proporre il cammino Fogazzaro Roi, seguendo i luoghi dei romanzi ambientati in territorio vicentino Daniele Cortis, Piccolo mondo moderno e Leila; innanzitutto il non dimenticare la bellezza, ma l’esaltarla, contagiati dall’amoroso sguardo del romanziere verso la natura e dall’immaginario generato dalle sue opere.
La camminata, apprezzata e utilizzata dal Fogazzaro come unità di misura dello spazio del suo piccolo mondo e come ritmo delle scene più avvincenti dei suoi romanzi, è resa attuale e valorizzata, come espressione di libertà, da David Le Breton, uno dei massimi esperti contemporanei di antropologia del corpo:
Trovare sollievo nelle strade, nei sentieri, nei boschi non ci esime dall’assumerci la responsabilità riguardo ai disordini del mondo, ma permette di riprendere fiato, di affinare i sensi e di ravvivare la curiosità. In un’umanità che trascorre la quasi totalità del tempo seduta, in auto, in metropolitana o in ufficio, schiavizzata da computer e telefonino, camminare sta diventando una forma nobile di resistenza o di ribellione alla velocità, alla produttività, all’efficienza: un grido di libertà.
Il cammino fogazzariano invoglia ad evadere dalla frenesia quotidiana, a riconquistare in libertà i propri ritmi, a ricontattare le proprie radici immersi nella natura e ad arricchirsi culturalmente sulla scia delle suggestioni letterarie dei romanzi, artistiche dei monumenti e paesaggistiche dei luoghi evocativi. E’ un’esperienza emotiva che suggerisce una simbiosi con il paesaggio. A questo proposito il pensatore Frédéric Gros propone di:
[…] ridare un senso al corpo, in un’epoca che ne decreta la sua inutilità cercando di eliminare tutte le fatiche. Un paradosso, visto che al contempo oggi più che mai si mitizza la forma fisica. E questo recupero è collegato a uno degli aspetti fondamentali del cammino: la lentezza. Passo dopo passo, il paesaggio non è più una rappresentazione per i nostri occhi ma si installa nel nostro corpo, viene trascritto in noi.
Antonio Fogazzaro
La rilettura dei romanzi di Fogazzaro e il camminare aiutano a coltivare la sensibilità per l’ambiente, guidano ad ammirare il paesaggio che racconta se stesso, a scoprirne e riscoprirne le forme, a non essere indifferenti, anzi, a restare stupefatti, e invogliano a vivere un’esperienza rigenerante e di arricchimento culturale. Le suggestioni letterarie e paesaggistiche affinano il nostro sguardo verso la Bellezza.
Antonio Fogazzaro nasce a Vicenza nel 1842 da famiglia benestante, attivamente impegnata nella lotta antiaustriaca. Ha come insegnante il poeta don Giacomo Zanella, insigne letterato vicentino. Si laurea in legge a Torino nel 1864, poi soggiorna a Milano, dove esercita la professione di avvocato. Si sposa nel 1866 con Margherita Valmarana, tre anni dopo torna definitivamente a Vicenza e si dedica all’attività letteraria, è anche membro della Congregazione della Carità, del Consiglio Scolastico Provinciale, ricopre le cariche politiche di consigliere comunale e di senatore, è primo Proboviro della Banca Popolare di Vicenza, è presidente della Società del Quartetto e dell’Accademia Olimpica.
Dopo il poemetto Miranda e la raccolta di versi Valsolda, il primo romanzo, Malombra è del 1881, il successo e la fama arrivano con i romanzi successivi, Daniele Cortis (1885), Il mistero del poeta (1888), Piccolo mondo antico (1896), Piccolo mondo moderno (1901), Il santo (1905), Leila (1910), questi ultimi due condannati all’indice.
Con due immagini dinamiche si può abbozzare il ritratto di Antonio Fogazzaro.
La prima è Cavaliere dello Spirito
, come emerge da una corrispondenza intrattenuta con Matilde Serao, per qualificare il Fogazzaro come scrittore che tratta della crisi della famiglia, della necessità di rinnovamento della Chiesa, del rapporto tra fede, scienza, eros e morale.
La seconda, coniata da Giovanni Papini, è palombaro in quel mar di sargassi e di mostri ch’è l’anima umana
, poiché Fogazzaro descrive prima di altri i meandri e le ambiguità dell’anima moderna.
A queste si può aggiungere quella di uno scrittore gentiluomo, abituato a vivere in ville patrizie elegantemente arredate, benestante, svincolato da ogni questione di vita pratica, abilissimo nell’ osservare le cose e le anime, con una delicata vena di poesia.
Io vedo un mondo diverso da quello che vedono i miei confratelli d’arte, diverso dal vero insomma.
Io non vedo i grandi uomini che tutti vedono, e vedo poi delle donne grandi che nessuno conosce. Vedo in tutte le anime qualche riflesso bagliore di una luce ignota, di una idea sovrana.
Né le vendo le lenti, né le spezzo, le tengo, le faccio legare in oro perché mi ricordino il generoso fuoco del mio cuore quando s’illudeva, folle ma felice, di penetrar con esse l’universo, per trarne, secondo una propria idea dell’arte, fantasmi d’anima eterna o vive ombre di esseri, perché mi ricordino qualche spirito fedele e ardente.
Per restare su quanto Fogazzaro diceva di se stesso e della propria esperienza di romanziere:
Io traggo il mio libro, parte da altri libri, parte dal vero delle cose, parte dall’anima mia profonda; perché essa pure è un cielo pieno d’ombre e di astri che sorgono, tramontano e risorgono ancora senza posa e v’hanno abissi in fondo a lei che l’occhio interno non penetra.
Da quanto letto, emergono le fonti dei materiali delle sue opere: i libri di altri autori, il “vero” riferito agli ambienti, alle esperienze di vita vissuta e ai personaggi della vita politica e religiosa del tempo, ma soprattutto all’esplorazione dei sentimenti e del destino umano.
Fogazzaro esplora la sua anima, scossa dalle tensioni tra virtù e passione, ma nutrita dall’evoluzionismo cristiano, dall’impegno politico e dal panteismo spirituale.
Possiamo scoprire altri aspetti della personalità di Fogazzaro attraverso i commenti di un altro scrittore vicentino: Guido Piovene, che, con delicata sensibilità, coglie delle interessanti analogie tra carattere di Fogazzaro e morfologia del territorio quando scrive in un articolo del 1942:
Egli rifuggiva troppo dal definito, dal rigido degli abitati; ed il paesaggio vicentino, tanto sfumato e morbido, tutto evasivo ed impreciso, composto di molti elementi ognuno dei quali impedisce all’altro una definizione totale, convenne a meraviglia al suo temperamento. Un paesaggio composito: dove ai languori veneziani, a certi cieli di pianura beati che sanno già di mare e quasi d’Oriente, si associano, a poca distanza, le punte dolomitiche, le grandi vallate prealpine. Questo piaceva a Fogazzaro, a quel suo animo aspirativo ed incerto, fluttuante tra molte e spesso opposte fantasie, e che cercava per ognuna di esse la compiacente e contemporanea accoglienza dei prati, dei boschi e dei monti. Ma anche la vita di villa, poiché in quella provincia fu elaborata una delle più compiute arti di villeggiare.
Il gusto del picco nudo, tutto roccia, buttato verso l’alto, simile a un grido nel silenzio, ma sorgente dal verde e dalla vita sensuale e fiorita dei boschi e delle praterie, è del resto la nota di paesaggio più costante della sua arte. Si direbbe che a lui piacesse non la montagna raggiunta, ma la montagna veduta dal basso e da lontano, quando è aspirazione, favola, luogo di immaginazione, e quasi ideale di vita religiosa inadempiuta.
Nei diversi romanzi di Fogazzaro il paesaggio non è mai fisso ma assume comportamenti vivi che sottolineano i cangianti sentimenti dei protagonisti, ha le entrate in scena di un “attore”, reagisce dispensando “suggerimenti”.
Altri frammenti per colorare di toni vibranti il ritratto del romanziere, si riferiscono al Fogazzaro “geografo” e “botanico”, e questi aspetti possono essere un modo accattivante per invogliare a leggere i suoi romanzi, perché Fogazzaro non è solo un attento osservatore dell’animo umano ma è anche un amante della terra e della natura.
Dai fianchi giganteschi delle nostre montagne ai lidi poetici dei nostri mari, quante scene incomparabili non ci profuse la natura da collocarvi ogni sorta di fantasie dalle più austere, alle più ridenti! […] ben pochi guardano la nostra natura.
Fogazzaro dunque “geografo” e “botanico” perché esprime l’amore per il paesaggio, per le piante e i fiori, legato alla sua esperienza quotidiana carica di ricordi, lo spazio è quello limitato al suo vissuto, non mero sfondo, ma insieme di luoghi precisamente localizzabili tra Montegalda, Vicenza e la Val d’Astico, da buon geografo misura lo spazio, in modo semplice: con la passeggiata, elemento ricorrente nei romanzi e occasione in cui si manifestano le emozioni dei personaggi, dalla curiosità, alla paura, dall’entusiasmo, fino alla commozione.
Fogazzaro, poi, come geografo scopre, radicato nella terra natia, il “piccolo” mondo in cui la serenità è raggiunta, non con il quieto vivere, ma con i gesti della consuetudine, con sacrificio e dolore. Il piccolo mondo è però anche scosso dall’inquietudine dell’anima e dalla precarietà dei rapporti umani.
L’originalità di Fogazzaro sta nell’interpretazione: il paesaggio, non freddo e impersonale, ma vero e proprio individuo trasfigurato e animato, entra in correlazione con le tormentate vicende dei protagonisti dei romanzi, diventa specchio e interlocutore, invia messaggi e consensi, è un confidente delle verità nascoste nell’animo dei personaggi.
Il Fogazzaro, rievoca in modo affettuoso, si sofferma con uno sguardo fine, ma al tempo stesso carico di tenerezza, sullo spazio in cui la sua anima palpita e soffre, questo stesso spazio dà modo al lettore di partecipare al “piccolo” mondo.
Ma, mentre in questo mondo la città ha toni di mistero e di solitudine, il luogo idoneo per la vita quieta è la campagna, lì si aspira a un’esistenza di pace, lì è il rifugio dall’inquietudine e dall’ansia, lo spazio incantato (adatto, come sosteneva Piovene, all’animo “aspirativo e fluttuante” di Fogazzaro).
Per proseguire nell’itinerario nell’anima di Fogazzaro e conoscere meglio la sua geografia, scopriamo un altro elemento: la natura, animata dagli stessi sentimenti dell’autore che si cela dietro i suoi personaggi, produce suggestioni multiformi attraverso voci, suoni, luci, ombre, e dà vita allo spazio circostante innescando una reazione che lo trasforma in “prolungamento” dello stato d’animo dei personaggi.
Si tratta di voci e suoni, che impattano sulla zona indefinita tra anima e sensi, mossi dalla montagna per la solitudine o il raccoglimento, dal lago per i pensieri gravi o misteriosi, dal fiume per la presenza uditiva spesso rombante, dalla pioggia per il pianto, dal vento per l’inquietudine oppure per la purezza del paesaggio, anche il giardino ben curato, i fiori, casti e puri, o voluttuosi e inebrianti e certi tipi di alberi, aggiungono un clima di intimità e rispecchiano la vita interiore dei personaggi.
Per essere invogliati a leggere i romanzi di Fogazzaro e godere delle suggestioni letterarie e dell’ambientazione in territorio vicentino, è interessante analizzare la corrispondenza tra stati d’animo dei personaggi e paesaggio, proponiamo quindi di seguito delle citazioni tratte da: Daniele Cortis, Piccolo mondo moderno e Leila.
Quarta tappa Velo d’Astico – Tonezza del Cimone (Km 21)
Descrizione del percorso
Dalla ex Stazione di Velo d’Astico (ora Ristorante Gran Passo) proseguire lungo la ex ferrovia fino alla ex stazione di Arsiero. Oltrepassata questa, salire su una piccola rampa sulla destra e invertire a U proseguendo per Via Stazione (la stradina calca il perimetro del Villino delle Rose passando davanti al cancello della villa); la stradina bianca e sassosa prosegue dunque in discesa. All’incrocio con la provinciale (all’altezza del supermercato DiPiù) scendere ancora a destra per la stradina asfaltata con senso unico contrario al senso di marcia. All’incrocio con la comunale passare il ponte sul Posina con a sinistra la sede di Siderforgerossi; alla rotatoria della pizzeria prendere a sinistra per Via Europa fino al Vecchio Ponte Schiri; attraversare la provinciale sulle strisce pedonali prendendo a sinistra (seguendo la segnaletica) le vie dell’Astico passando in una strettoia fra alcune case; subito dopo si trova la ex cava Schiro sulla destra, percorrere la stradina purtroppo in gran parte asfaltata fino a Ponte Pria e lasciare il ponte sulla sinistra; seguire quindi la stradina sulla destra transitando per le vecchie Torri Medievali fino alla passerella di Barcarola, attraversare l’Astico e la provinciale, quindi prendere la vecchia strada per Tonezza (24 tornanti per poco più di 6km). Prendere poi la provinciale in salita e dopo 300mt (poco prima del cartello con la scritta “Tonezza”) e imboccare il sentiero a sinistra; seguire lo stesso fino a passare contrà Suggi lasciandola a destra, per poi uscire nuovamente sulla provinciale; seguendola a sinistra si giunge al tornante: lasciare dunque la provinciale e seguire la strada in direzione Contrà Pierini. Giunti alla casa rosa salire per il viottolino, tenere la destra fino a Contrà Campana passando per il ristorante “Il Cacciatore”. Al successivo ristorante “Il Ciclamino ” girare a sinistra ed entrare di nuovo tra due strade; su una stradina stretta all’uscita girare a destra in direzione Villanova lasciando a destra l’agriturismo “Il Canto del Gallo”. Dopo 200 mt si entra su un sentiero a destra seguendo la segnaletica; sempre su sentiero si giunge al “Villino dei Faggi”.
Scheda del percorso
SP350 Valdastico da Trento: passato Arsiero dopo 1 km in discesa al bivio gira a destra su strada comunale; alla rotatoria dritti e al primo bivio gira a destra; dopo 700mt in salita trovi l’ex stazione
Impegnativa la salita da Barcarola a Tonezza: 700mt di dislivello soprattutto nella parte finale
sentiero lungo l’Astico e parte finale Tonezza
Asfalto salita dei 24 tornanti vecchia strada per Tonezza e Campana centro Tonezza
- a 4 km/h 4h 45′
- a 6 km/h 3h 20′
- a 8 km/h 2h 25′
- a 18 km/h 1h 10′ in bici
- Attraversamento SP350 Arsiero sotto il Villino delle Rose Attenzione molto trafficato
- Attraversamento SP350 Barcarola dopo la passerella sull’Astico. Attenzione molto trafficata
- Percorrenza strada vecchia di Tonezza chiusa al traffico veicolare eccetto che per i frontisti. Attenzione alle bici che scendono
- Percorrenza SP di Tonezza 400mt da uscita tornante 24 a sentiero per contrà Suggi. Aperta al traffico senza segnalazione di ciclopedonale
- Percorrenza SP di Tonezza 200mt da uscita sentiero Suggi a bivio Pierini. Aperta al traffico senza segnalazione di ciclopedonale
- Attraversamento Contrà Campana a Tonezza da uscita sentiero Pierini ad inizio sentiero Fogazzaro
- Percorrenza centro Tonezza da Villino dei Faggi alla piazza
Mappa del percorso
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Altimetria del percorso
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Terza tappa Marano – Velo d’Astico (Km 21)
Descrizione del percorso
Partenza da Marano. Al bivio di Via Braglio, andare a sinistra e sopra il cavalcavia girare a destra per l’argine del Timonchio. Al bivio con Via Pasubio (carrabile a doppio senso) girare a sinistra passando il ponte e subito a destra nuovamente sull’argine, al bivio con la provinciale 122. Riprendere l’argine dalla stessa parte per 300 mt e al bivio con la comunale di Via Prole girare a destra; poi sempre dritti fino al bivio con Via Venezia: qui girare a sinistra, percorrere 200 mt e girare a destra per Via Milano, poi altri 200 mt e girare a sinistra e dopo poco a destra su strada sterrata, per un km ca. da percorrere dritto fino all’incrocio con la comunale asfaltata Via Nazario Sauro. Seguirla fino all’incrocio con Via Stazione, attraversare il passaggio a livello girando a sinistra e dopo 50 mt entrare a destra per Via Molette; dopo 400 mt girare a sinistra con angolo stretto su una stradina fino al bivio della trafficatissima Via Capitello; attraversare dritto, quindi seguire la stradina con fondo in terra. Appena lasciata una fattoria a destra, girare a sinistra e dopo 50 mt immettersi con curva stretta a destra. Da prestare attenzione quando ci si trova sulla ciclopedonale nuova che attraversa con un cavalcavia la strada nuova sottostante; si entra in Contrà Vanzi, dopo un po’ ci si trova all’incrocio con Via Macchiavella. Girare a sinistra davanti ad una vecchia casa rurale, dopo 100mt fare molta attenzione: l’entrata è seminascosta. Girare a destra per prendere la ciclopedonale della zona industriale di Schio, 4 attraversamenti da fare dritti sulle vie che attraversano la Z.I. a Campo Romano. Attraversare Via dell’Industria poco prima del semaforo, molto trafficata e priva di segnaletica orizzontale: da prestare quindi la massima attenzione per la pericolosità. Si entra dritti sulla stradina e dopo 30 mt. girare a destra per Via Campo Romano, percorrerla dritta fino all’altezza dell’Ospedale nuovo e qui girare a sx per Via Campagna che all’inizio è parallela alla ciclabile che porta all’ospedale. Seguire la via dritta fra i campi (il fondo è tutto sterrato) fino alla fattoria Chiappin; qui girare a sinistra per Via dei Prati, all’inizio bianca e poi asfaltata; sempre dritti per un km abbondante. Appena lasciato il cimitero nuovo sulla destra, all’incrocio girare a destra per Via Prasamarin. Dopo 400 mt lasciare la principale per girare a destra all’altezza di un ponticello in legno, fare il sottopasso della provinciale: ci si trova nella zona delle scuole. Passare davanti alle stesse e tenere la destra procedendo in salita per la ciclabile che porta verso il Campo Sportivo. Proseguire seguendo la stretta ciclabile fino ad una rotatoria pedonale: qui guardando a sinistra si vede un’entrata fra il muro di cinta di Villa Rossi. Immettersi nella stradina (bianca a gradini molto lunghi) che sfocia in salita su Via Alessandro Rossi. Proseguire quindi a destra passando davanti a Villa Rossi; sempre dritti dopo la discesa di Via Lesina, tagliare l’incrocio dritti per Via San Carlo passando per l’omonima piccola Chiesetta. Dopo una breve salita si va in discesa; prestare attenzione perché dopo 500 mt vi è una deviazione in discesa. Dalla principale prendere a sinistra per Via S. Vito, seguire quindi sempre in discesa e passare dritti tutti gli incroci della zona Grumello di Piovene Rocchette. Terminata la via si sfocia su una grande rotatoria; rimanere sempre a sinistra sul marciapiede proseguendo dritto; dopo 300mt girare a sinistra all’altezza del centro Expert che si trova a destra sul lato opposto della strada. Fare 100 mt e girare a destra su Via del Monte per ritrovarsi in Via Libertà. Seguire dritto sul senso unico contromano in salita; giunti alla piazzetta girare a sinistra in salita per Via delle Fonti. Finita la breve via si trova il parcheggio della Birreria Vecchia. Lasciare questo a sinistra e proseguire dritti per la scalinata in selciato fra la vecchie case ristrutturate fino alla fontana grande; qui attraversare Via dell’Angelo ed entrare subito in Via Castel Manduca. Seguire in discesa, appena sottopassato un portico ci si trova in uno spazio largo: prendere a sinistra per Via Preare, la prima parte e’ in salita mentre la seconda e’ in discesa su strada bianca. All’incrocio con la provinciale seguire il marciapiede sulla sinistra, dopo poco attraversare e seguire il tracciato della ciclopedonale attraversando nuovamente. Intraprendere il tracciato della ex ferrovia segnalato da una bacheca entrando subito in un tunnel con l’imbocco in discesa; non lasciare mai la via principale per 5 km ca. fino alla ex stazione di Velo d’Astico (ora ristorante Gran Passo).
Scheda del percorso
SP46 da Schio-Malo
Portarsi in centro paese e raggiungere via Braglio direzione Sud
Asfalto da Timonchio a Garziere e attraversamento Piovene
Selciato battuto Via Ospizio Piovene
Strada bianca Garziere Piovene ed ex ferrovia Piovene-Velo
- a 4 km/h 4h 45′
- a 6 km/h 3h 20′
- a 8 km/h 2h 25′
- a 18 km/h 1h 10′ in bici
- Attraversamento Viale Europa Marano
- Attraversamento passaggio a livello Marano
- Attraversamento Via Capitello di Sopra Marano-Schio
- Attraversamenti di strade comunali sulla ciclo pedonale in zona industriale Schio
- Attraversamento Via dell’Industria attenzione molto trafficata (Campo Romano)
- Attraversamento Via Garziere sotto l’ospedale nuovo attenzione molto trafficata
- Percorrenza breve tratto (80 mt) contromano Via Garziere
- Attraversamento strada comunale delle Garziere (dopo la villa)
- Attraversamento SP349 Piovene zona Pilastri (vicino cavalcavia autostrada)
- Riattraversamento SP349 periferia Piovene
- Percorrenza Via Libertà: percorso segnato con striscia gialla (traffico contromano)
- Doppio attraversamento Via Rossi Piovene, inizio ciclopedonale
- Attraversamento di tre strade comunali minori lungo la ciclopedonale
- Altri attraversamenti su tutto il tratto per intersezioni di strade comunali segnalate ma che richiedono attenzione. Rispettare il codice e soprattutto il buonsenso.
Mappa del percorso
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Seconda tappa Vicenza – Marano Vicentino (Km 26)
Descrizione del percorso
Scheda del percorso
SP 247 Riviera Berica
SS 46 da Schio e Thiene
SP 248 da Marostica e Bassano
Strade bianche, periferia nord Via Polesella-Bosco di Dueville
Sentiero terra-erba, argine Bacchiglione da Vicenza a Vivaro, argine Timonchio Villaverla Marano
- A 4 Km/h 6h30′
- A 6 Km/h 4h20′
- A 8 Km/h 3h10′
- A 18Km/h 1h30′ bici
- Attraversamento Corso Palladio per afflusso pedonale
- Attraversamento Viale d’Alviano regolato da semaforo
- Attraversamento Viale Dal Verme regolato da semaforo
- Tutti i tratti sprovvisti di ciclabile in uscita da Vicenza
- Attraversamento Strada di Polegge
- Attraversamento ponte di Cresole
- Attraversamento ponte di Vivaro
- Percorrenza di Via Timonchio, Caldogno
- Attraversamento SP50, Novoledo
- Villaverla, zona Telwin, 3 attraversamenti con rotatoria
- Attraversamento ponte Borgo Redentore strada “Vacheta”, Villaverla
- Attraversamento ponte su strada Molina-Malo
- Marano by-pass Via Timonchio
Mappa del percorso
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Altimetria del percorso
Galleria immagini
Prima tappa Montegalda – Vicenza (Km 17)
Descrizione del percorso
Scheda del percorso
Uscita A31 (Valdastico Sud) Longare-Montagaldella – direzione Montegalda Km 5
da Montegaldella bivio SP21
Possibili difficoltà per l’erba alta da aprile ad ottobre lungo l’argine da Montegalda a Secula
Salita 1km da Via della Rotonda-stradella Valmarana a fine Via S. Bastian (Vicenza)
Discesa Viale 10 giugno 400m (da Monte Berico)
Asfalto sulla ciclopedonale Longare-Vicenza
Selciato battuto in sasso Stradella Valmarana Via S. Bastian
Strada bianca Viale 10 giugno
- a 4 km/h 4h 30′
- a 6 km/h 2h 50′
- a 8 km/h 2h 15′
- a 18 km/h 1h bici
Poco prima di Colzè all’altezza della rotatoria SP20-Ghizzole- traffico normale
Secula – attraversamento SP20
Percorrenza Via Municipio da Secula ad inizio Ciclopedonale del sottopasso di Longare
Longare attraversamento SP247. Davanti all’entrata base militare per continuazione ciclabile. Molto trafficata
Debba – attraversamento incrocio SP247 – strada Ponte di Debba interruzione parziale ciclabile. Massima attenzione
Vicenza fine ciclopedonale. Attraversamento SP247 per via della Rotonda. Massima attenzione
Vicenza attraversamento Viale 10 giugno, sotto Monte Berico. Massima attenzione
Vicenza attraversamento Viale Fusinato e Viale Risorgimento. Massima attenzione
Vicenza incrocio Viale Eretenio – Ponte Furo
Vicenza da fine Viale 10 giugno a Viale Eretenio su strada veicolare da trafficata a molto trafficata
Altri attraversamenti su tutto il tratto per intersezioni di strade comunali segnalate ma che richiedono attenzione. Rispettare il codice e soprattutto il buonsenso
Mappa del percorso
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Altimetria del percorso